Paola Volpato


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Maria Grazia Lizza


Mariagrazia Lizza - Presentazione mostra Castelfranco "Amooooor" 2002

Il senso del tempo perduto, tanto caro a Proust, pare che condizioni e stimoli la ricerca continua di Paola Volpato, non solo attraverso le sue opere pittoriche, ma nel suo quotidiano vivere interiore ed esteriore, in un perpetuo raffronto tra l'IO e l'ALTRO, tra l'ESSERE UMANO e la NATURA.
Nella sintesi di tale affanno umano nasce la poetica dell'artista, che realizza opere tali da poter essere paragonate allo scatto di un fotografo su un pezzo di vita e di pensiero, perché ne hanno la stessa simultaneità; ecco perchè , il rimando al passato, al classicismo come al momento storico-culturale più aulico, a quel senso per la bellezza artistica come massima espressione spirituale della perfezione. Lo stesso affetto, lo stesso "sentimento" di estasi estetica, appartiene all'animo di Paola Volpato: non può farne a meno quando pone sulle sue tele quei richiami ad immagini antiche, ad oggetti storici, a porzioni di disegni di artisti del nostro passato: perché non usare ciò che è stato già creato?
Ciò che è stato fatto, viene così ripreso, ma solo per ciò che le serve per il contenuto e la forma che lei ha in mente, nel suo viaggio presente. Si tratta di frammenti, perché è sotto tale veste che essi giungono a noi: possiamo solo prenderne atto, ammirarli, lodarli, ricomporli fino a dargli un significato che è il nostro significato, l'espressione della nostra epoca perché il sentimento, la cultura che li hanno originati è andata perduta e perciò a noi è quasi del tutto incomprensibile.
Questo, la nostra artista, lo sa bene, ma non può ignorare ciò che sente profondamente appartenere all'identità umana, a quella vita che deve comunque essere narrata. E tale narrazione, proprio nell'odierno senso di relatività storica, deve partire dalle piccole cose, dal quotidiano.
Paola Volpato s'ispira a questo mondo fatto di piccole, ma importanti storie da raccontare, quelle storie che abbracciano l'umanità intera. Ed in questa dimensione dell'umano vivere, non esiste più, perché non può esistere, la gerarchia degli eventi o degli oggetti o delle azioni, tutto diviene egualmente fondamentale per comprendere la vita e la morte, la storia e i sentimenti.

Ed è proprio per ottenere la sincronia del tempo, per raggiungere la desiderata continuità negli eventi, che Paola Volpato, non si concede all'uso della prospettiva geometrica, seppur cara agli artisti passati. Paola pone tutto su un piano,volutamente, giustapponendo gli elementi e i colori per arrivare al perfetto equilibrio compositivo per dare a quell'immagine tutta la pregnanza e la simultaneità cui lei aspira.
Da ciò si intuisce che le composizioni e le variazioni sono molteplici, però guidate da un filo conduttore, da una mente e da un cuore che ne danno unità e coerenza. Dalla sua insaziabile ricerca personale e spirituale, che non dà soluzioni, né risposte, l'artista pone invece delle domande, dei dubbi: il dubbio è l'uomo, e Paola ne è consapevole, come pure è cosciente dell'ambiguità che le sue tele esprimono. Per questo, l'essere artista per Paola Volpato, non equivale ad un'alienazione dal mondo, ma ad un'arte che al mondo della quotidianità ci riporta, ci riconduce al senso della storia, seppur attraverso un linguaggio, un'intermediazione ai quali siamo meno abituati.
Nascono così immagini di forte emozione: Madonne della pittura sacra del passato, che esprimono tutta la loro nostalgia, la loro purezza, ma in una realtà che non è più la loro, che appartengono ad un Verbo perduto, personaggi che ci richiamano alla mente storie mitologiche; e, quando la pittura non riesce a risolvere l'enigma, arriva in aiuto la scrittura.
Dopo tutto è anch'essa un segno fatto col pennello o con la matita, ma sempre un'azione manuale, grafica, un'altra forma di linguaggio.
L'attenzione con cui Paola compone le sue opere, è dimostrata dalla capacità di dare importanza ad ogni elemento della composizione pittorica, variandone solo la dimensione o i colori proprio come se ad ognuno corrispondesse un accento, più o meno forte, come se l'opera pittorica si appropriasse della ritmica, tecnica propria delle composizioni poetiche classiche.

L'attenzione con cui Paola compone le sue opere, è dimostrata dalla capacità di dare importanza ad ogni elemento della composizione pittorica, variandone solo la dimensione o i colori proprio come se ad ognuno corrispondesse un accento, più o meno forte, come se l'opera pittorica si appropriasse della ritmica, tecnica propria delle composizioni poetiche classiche. Tecnica che Paola conosce, non solo per la sua formazione scolastica, ma anche per la sua passione verso la poesia: altro strumento, altro linguaggio, che l'artista, nella sua completezza, non poteva tralasciare. E tutto ritorna dalla pittura alla poesia, tutto si richiama e si rimanda nel continuo svolgersi del tempo.
Anche i colori partecipano di questo dialogo reciproco, nella sintesi di colori caldi e freddi: quel blu cobalto così intenso perché esprime il senso del vuoto, del freddo delle nostre vite, come pure della purezza assoluta, della perfezione. Ma esiste anche il calore dell'appartenenza ad un passato aulico, agli affetti, alla bellezza, alla natura, alla passione umana: perciò trovano spazio i gialli, l'oro, ma in particolare l'arancio: il colore dell'equilibrio tra il rosso e il giallo. Nella grandi porzioni cromatiche, che forniscono l'impatto e il contenuto generale della tela, piccoli "frammenti" si spargono qua e là per arrivare ai messaggi più profondi: sono quelli i segnali, sono quelli gli indizi della nostra ricerca, sono quelle piccole realtà della vita di Paola Volpato, della sua storia, che è poi anche la nostra.


Mariagrazia Lizza


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