Paola Volpato


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Antonella Barina 07


Antonella Barina - intervista per Leggere Donna

D. - Nella mostra "Humans", Paola Volpato ha esposto grandi ritratti… Come hai cominciato a dipingere le donne di Venezia?

Ho dipinto grandi ritratti di donne di Mestre. Questo tema nasce dalla combinazione alchemica di molti elementi : l'invito di Assunta Cuozzo alla mostra e il suo incoraggiamento, il titolo della mostra: "Humans" che mi ha riportata alle mie origini artistiche - centralità della figura, corpo, volto; il Candiani - luogo per me simbolico della fatica di Mestre di affiorare come cultura autoctona, il desiderio di avvicinarmi colla guancia alla mia città. Ancora: il legame simbolico che ho con le donne come categoria mentale di espansione e crescita, tutti questi elementi insieme mi hanno dato una tensione tale da far nascere un sogno che una mattina mi ha fatto vedere la sintesi di questi elementi… una visione di grandi teste luminose e sorridenti di donne amiche che emergeva galleggiando come un'aura sulla città .
E' stato per me un atto nuovo seguire senza censure questa visione e così in questa mostra mi sono spinta fuori dal guscio della ricerca astratta, aforistica, fuori da un pensiero debole e decostruttivo degli schemi, ma verso una immagine completa, reale e attuale come il ritratto : per mostrare la forza di quella visione in modo chiaro e non sommesso, critico o sottointeso . Da questo incipit ho costruito la struttura della mostra in attenta coerenza con quella visione iniziale. Ho dunque fotografato le donne, elaborato le immagini , abbinate queste a foto della città scattate su ispirazione dei volti ritratti ed elaborate a loro volta o tratte da foto d'epoca . Mi piaceva vedere il confronto tra alcune di loro e le donne antiche e mi sono trastullata a lungo in questi abbinamenti disallineati con il tempo. Questo lavoro di introiezione e costruzione ha preceduto la vera e propria pittura dei ritratti la cui esecuzione mi faceva provare grande affetto per loro … e infine abbinati a immagini scelte della città cui sono sovrapposte frasi date dalle protagoniste.

D. - In cosa consiste e che finalità ha il progetto che stai portando avanti?

Il progetto è pittura, azione, istallazione . E' ispirato ed ha come tema centrale la presenza delle donne nella città e vuole guardarne solo un lato: quello della positività donata dal loro operare : mettere in evidenza il valore del loro lavoro per le altre donne e per la città in generale. Non è una azione etica e sociologica, ma una azione estetica. Dare visibilità a questo esserci che nutre la città…

E' un progetto che ha una trama e un ordito : la trama è fatta appunto dai ritratti in grande formato: le donne di Mestre - come madonne contemporanee che illuminano la città, ma anche di donne antiche che spiegano la storia della città vecchia Le bimbe, le lavandaie, le cipollaie, le sartine, le operaie…: queste persone antiche guardano la città contemporanea: una sovrapposizione molto intrigante e esteticamente rivelatrice.

L'ordito - la città sia contemporanea che antica ritratta in punti di affezione. Si spiega in quanto è stata vissuta e amata e curata

Il progetto implica 3 azioni da parte delle donne ritratte: 1.la condivisione dell'atto ovvero la disponibilità delle donne rappresentate a mettere la loro faccia, a mostrarsi sotto una certa luce, 2. la partecipazione con il comunicare una frase da dire alla altre donne o a fare qualcosa per; 3. indicare altre donne da ritrarre cui loro devono gratitudine in una catena che fa crescere l'opera a macchia d'olio. I soggetti così sono stati scelti man mano in modo sempre più condiviso.

IL progetto che si potrebbe chiamare Madonning è dunque in itinere e performativo sia perché le donne individuate nutrono col loro valore il progetto sia perché diventa corale nel suo darsi e nel suo farsi espandendosi in questo riconoscimento e gratitudine. L' azione di madonning nella città vuole mostrare la bellezza presente nel cuore e nell'azione di donne ad uso di tutte/i

D. - Parla della tua arte, c'è una definizione, una pratica in cui ti riconosci, o segui un tuo percorso non incasellabile?

Mi piace il segno sottile e il fuoco della gestualità, la riflessione delle differenti estetiche e filosofie del linguaggio e la sfericità del pensiero compiuto in una solo e semplice immagine perfetta. La mia ricerca è dunque su vari piani sia tecnici che di ricerca estetica: in questo sentire mi muovo in modo rabdomantico seguendo le tracce di interesse, i punti che riconosco come bellezza e di luce. Forti segnali che riconosco man mano che procedo. Comunque non ho mai rinunciato alla figura umana che ritengo tra i soggetti più interessanti.
Ho sempre avuto una certa confidenza e familiarità con l'utopia, con i desideri lanciati avanti, senza avarizia, con una certa dose di rischio , con una visione chiara più di ciò che è oltre il normale punto di vista immediato. Non per il senso di stupire, ma per un desiderio di conoscenza e una semplice curiosità infantile.

D. - Da qui in avanti, quale, a tuo avviso, dovrebbe essere una politica degli spazi che consenta a chi fa arte di esprimersi al meglio, non soltanto dal punto di vista commerciale?

Ritengo che i luoghi istituzionali e i promotori culturali dovrebbero fare una politica prevalentemente rivolta alla città - non per provincialismo, ma a partire dalle sue risorse : per far crescere e stimolare in relazione alla loro funzione istituzionale volta appunto al territorio. Dunque da una parte un vero e proprio censimento delle risorse artistiche cittadine. Ma anche occorrerebbe sfidare gli artisti della città a fare opere per la città ovvero a promuovere progetti e concorsi per la realizzazione di mostre legate a contenitori locali e dedicate ovvero legate alla città - questa la politica dovrebbe promuovere la artisticità della città come suo ruolo istituzionale
Per far crescere
Per valorizzare
Per stimolare
Per mettere in rete

D. - Altro che vuoi dire … .

Mi piacerebbe che ci fosse nel Comune di Venezia una pinacoteca con quadri in affitto..Come ci sono i libri in prestito che si pensasse ad un luogo dove gli artisti portano dei lavori da affittare per periodi con assicurazione e canone . questo consentirebbe una loro maggiore visibilità e soprattutto una fruibilità espansa, un costume ad avere quadri anziché poster, ad avvicinare il mercato colto e non abbiente alla fruizione dell'opera . una struttura che potrebbe essere co-promossa da artisti e istituzioni con sponsor - dovrebbe essere garantita una qualità e favorita la partecipazione di artisti locali.

Pubblicato su Leggere Donna,numero di ottobre 2007


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